Tra sogno e realtà: la fantasia guidata come strumento di intervento per l’ansia
La manifestazione emotiva che generalmente chiamiamo ansia è molto diffusa, ed essenzialmente la possiamo considerare come una normale e naturale reazione di adattamento dell’individuo alla realtà. Può arrivare ad essere vissuta come un problema, con malessere e disagio, e quindi a essere considerata in una prospettiva “patologica”, quando le sue manifestazioni fisiche-psichiche-emotive-comportamentali diventano eccessive ed esagerate, nella frequenza, durata e intensità.
Sia quando si manifesta come paura senza un oggetto specifico, sia quando prende la forma di una preoccupazione involontaria verso determinate situazioni o persone o animali, l’ansia può essere considerata come un campanello d’allarme che ci avvisa dicendoci che ci stiamo allontanando da noi stessi, dal nostro essere autentico, dai nostri bisogni più veri, reali e profondi.
Non è possibile individuare un’origine unica dell’ansia, molti sono gli elementi che possono favorire la sua manifestazione. Il fatto che sorga dall’azione congiunta di diverse variabili, suggerisce che anche il modo di trattarla debba essere polimorfo, integrato, utilizzando elementi derivanti dai vari approcci alla psicoterapia. E’ di fondamentale importanza che la persona venga considerata nella sua totalità e unicità, dando rilievo a tutte le dimensioni in cui manifesta la sua esistenza (emotiva, cognitiva, etica, sociale, esistenziale, comportamentale), e spazio, ascolto, accoglienza, a tutti i suoi bisogni.
L’ansia può manifestarsi sia sul piano fisico (con tensione motoria, cefalea, difficoltà respiratoria, vertigini, palpitazioni, sudorazioni, tremori, nausea, ecc.), sia su quello psichico (come paura di perdere il controllo, di svenire, di morire, di sbagliare, di essere rifiutati, di relazionarsi agli altri, di concentrarsi, ecc.) che sul piano comportamentale (con fuga, evitamento e blocco).
Possiamo considerare l’ansia come l’espressione, il sintomo, di un malessere emotivo e definirla come uno stato interno persistente, spiacevole e che non è facile descrivere. Generalmente l’ansia si può presentare:
- quando ci dobbiamo separare da una persona per noi importante,
- quando veniamo invasi e assaliti da preoccupazioni riguardanti il nostro corpo e la nostra salute,
- o quando veniamo in contatto con un oggetto o un luogo che temiamo.
In altri casi può come ‘avvolgerci’ quando affrontiamo situazioni o prestazioni sociali che ci causano imbarazzo, quando siamo presi da ossessioni o compulsioni ricorrenti, quando ci troviamo a vivere o ripensare un evento che per noi è stato traumatico.
Secondo il DSM-IV-TR, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, disturbi come l’insonnia, le disfunzioni sessuali, l’anoressia, la bulimia, la depressione, i disturbi dissociativi e quelli dell’adattamento si accompagnano all’ansia.
E’ quindi chiaro che stiamo parlando di un fenomeno psicologico presente in una grande varietà di situazioni.
Parliamo di ansia consapevole quando ci rendiamo conto della sua natura e di come va ad influire sui nostri sentimenti e comportamenti, la possiamo chiamare inconsapevole quando non riusciamo a definire cosa ci turba, non comprendiamo da cosa deriva la nostra inquietudine e non ci accorgiamo delle ripercussioni che ha sul nostro comportamento.
In una società estremamente mutevole, senza alcuna certezza, come è la nostra, la pressione e la richiesta di continuo adattamento a situazioni nuove è molto rilevante, e l’ansia può quindi andarsi ad associare a una condizione di forte stress.
In una vita piena di eventi problematici, stress e di situazioni che ci richiedono un continuo adattamento o che ci mettono ‘sotto pressione’, è necessario un notevole impiego di energie per affrontare e superare le difficoltà quotidiane. Queste possono essere relative o a rapporti poco sereni con gli altri (il proprio partner, i figli, gli amici,i genitori e fratelli, il capo e i colleghi), o a imprevisti e inconvenienti talvolta anche banali (appuntamenti saltati, telefonate non ricevute, piccoli incidenti nel traffico della città) che possono arrivare a diventare fonti di disagio. Anche il dover affrontare degli esami clinici o lievi malesseri fisici può generare spesso forti preoccupazioni, che possono essere vissute secondo una percezione più soggettiva che non secondo la reale gravità del problema. Oltre a tutto questo, esistono delle ansie che possiamo definire ‘esistenziali’ relative a grandi dicotomie come vita-morte, solitudine-socialità, sanità-pazzia, ecc. Infine abbiamo ansie legate a problematiche interne, sensi di colpa, desideri inaccettabili o incompatibili tra loro. L’ansia più antica è quella relativa al primo distacco dalla madre con il parto, seguono poi le prime esperienze di separazione e di perdita.
Sintetizzando possiamo osservare che esistono ansie sociali, ansie quotidiane, quelle esistenziali e quelle più legate ad aspetti interiori, e tutte queste possono essere intrecciate tra loro. Spesso può bastare poco per attivare le une o le altre. A volte ci troviamo senza i mezzi necessari per affrontarle ed arginarle, e così arriviamo a sentirci impotenti, in balia dell’ansia, senza la possibilità di scegliere e prendere decisioni.
In una tale situazione può essere forte la sensazione di essere bloccati, come se ci trovassimo in una galleria buia di cui non si vede la possibile via d’uscita.
Le fantasie guidate possono essere uno strumento efficace per smuovere e attivare le risorse interne delle persone, in particolar modo quando queste sono bloccate da problemi di ansia. Studi recenti suggeriscono l’importanza delle visualizzazioni nel favorire il rilassamento, i processi di guarigione, e nell’alleviare lo stress.
Sono uno strumento, fra i tanti, che si può certamente rivelare utile nell’aiutare la persona a conoscersi maggiormente, nella riappropriazione e integrazione parti di sé negate o frammentate, nell’attenuazione di ansie recenti e lontane. Tramite le fantasie guidate, nel mondo dell’immaginario, possiamo entrare in contatto con noi stessi, senza ansia. Nel corso dell’esperienza immaginata possono emergere aspetti profondi di sé, le emozioni, così come la consapevolezza delle proprie risorse su cui si fonda la capacità di reagire.
Durante la visualizzazione la razionalità si riposa e le immagini visive aiutano a ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé.
La fantasia costituisce uno luogo, e un tempo, in cui dare spazio a sentimenti, e bisogni, non accettati ed espulsi dalla consapevolezza, sperimentare nuovi ruoli e parti di sé, attivare la propria creatività per immaginare nuove possibilità e soluzioni ai problemi, e alle difficoltà, che ci troviamo ad affrontare nella nostra vita.
Tutto ciò non rimane relegato al mondo della fantasia e dell’immaginazione. I cambiamenti e le soluzioni sperimentati durante la visualizzazione possono essere trasferiti allo stato di veglia. Ciò è possibile in quanto immaginare porta a un’attivazione a livello cerebrale che è identica a quella presente nell’azione. Questo significa che l’attività del cervello nel momento in cui immagino una rosa è del tutto simile a quella di quando la rosa la percepisco realmente perché è davanti ai miei occhi.
Analogamente attraverso la visualizzazione è possibile stimolare cambiamenti in alcune funzioni del nostro organismo che generalmente sono considerate al di fuori della possibilità di influenza della mente. In base ad alcuni studi risulta che tramite alcune fantasie guidate sia possibile influenzare il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione, i ritmi e le forme delle onde cerebrali, la motilità e le secrezioni gastriche, il funzionamento del nostro sistema immunitario.
Quanto detto fin ora lascia pensare che la fantasia somigli, e sia molto vicina, alla realtà.
In conclusione, attraverso l’immaginazione possiamo sviluppare nuovi modi di pensare, di sentire, di agire, andando ad intervenire a livello cognitivo, affettivo e comportamentale. La fantasia guidata costituisce quindi uno strumento concreto ed efficace per lavorare sulle nostre problematiche. Attivando gli stati psichici curativi che ognuno di noi ha, le nostre risorse interne, può essere utilizzata per far crescere la nostra consapevolezza e per introdurre dei cambiamenti che abbiano effetti concreti come, ad esempio, accettare un passato doloroso, superare difficoltà presenti, coltivare speranza per il futuro, sostituire sentimenti negativi con emozioni positive e serene.