Pellegrini, cercatori e guide…la psicoterapia come viaggio alla ricerca di sé
“Alcuni intraprendono i loro pellegrinaggi in solitudine, altri in compagnia di analoghi ricercatori. Anche coloro che cominciano da soli possono trovare compagni giovevoli lungo la strada.
Ma nel momento di turbamento in cui intraprendiamo la ricerca del significato della nostra vita, alla maggior parte di noi sembra saggio rivolgersi a un aiutante, un guaritore o una guida che possa mostrarci la strada (o almeno distoglierci dai vicoli ciechi in cui ci troviamo di solito). […]
Una tale guida spirituale viene talvolta chiamata Guru. Questo tipo speciale di insegnante aiuta gli altri a superare i riti di iniziazione e transizione, dando ai suoi discepoli l’impressione di introdurli a nuove esperienze, a livelli superiori di comprensione spirituale. In realtà, ciò che offre loro è la guida verso l’accettazione della loro esistenza imperfetta, finita, in un mondo ambiguo e in definitiva incontrollabile. Dapprima i guru possono apparire come “i portatori ideali delle verità finali, ma [in realtà] sono semplicemente… i membri più straordinariamente umani della comunità”.
Anche il guru occidentale contemporaneo, cioè lo psicoterapeuta, può essere di aiuto solo nella misura in cui è egli stesso compagno di pellegrinaggio.”
Sheldon B. Kopp, “Se incontri il Buddha per la strada uccidilo”, Casa Editrice Astrolabio